Toni Rüttimann più noto come "Toni el Suizo" o, come lo ha definito il Times di Londra, "uno dei più discreti e invisibili eroi del mondo", rappresenta un esempio straordinario di umanità e innovazione.
«Non ho una casa, non ho una famiglia a cui render conto e non mi servono soldi», racconta Ruttimann in una intervista. «La mia famiglia è il villaggio che mi ospita, i miei parenti diventano i campesinos che mi offrono un letto e dividono il loro pasto con me. Non ho bisogno di altro: i materiali mi vengono donati dagli impianti di risalita svizzeri e da alcune ditte specializzate in condutture per il petrolio, ed io sfrutto questi tubi come strutture portanti. Nella mia vita sono sospeso come i ponti che costruiamo: fin dal primo istante del mio arrivo coinvolgo tutti i membri del villaggio, perché senza il loro lavoro e la loro manodopera nulla sarebbe possibile. Ma una volta terminato il ponte, mediamente dopo cinque, sei settimane, mi rimetto in viaggio alla ricerca di altri fiumi da attraversare».
In 28 anni ha costruito più di 700 ponti, coinvolgendo attorno alla sue iniziativa il lavoro di tanti e la generosità di molte imprese.
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